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venerdì 31 gennaio 2014

SLIMFITLADY.it - la formula innovativa per la riduzione del peso

SlimFitLady è un integratore alimentare in polvere solubile in acqua o latte. Ne bastano due bustine al giorno per aiutarti a ritrovare la forma fisica! Tutto questo avviene: 1) senza mai avvertire la fame; 2) senza rinunce o sacrifici; 3) senza effetti collaterali.




Slimfitlady™ è prodotto da una primaria azienda farmaceutica italiana, è stato approvato dal ministero della salute ed inserito nella lista degli integratori di libera vendita senza necessità di prescrizione medica. L’azienda distributrice in italia, allo scopo di promuovere il lancio di Slimfitlady™; oltre a dei costi molto convenienti e la spedizione gratuita per tutti gli ordini in Italia, propone la Garanzia Soddisfatti o Rimborsati entro 30 giorni dalla data di ricezione della merce. L’assunzione consigliata è di una bustina di Slimfitlady™ sciolta in un bicchiere di acqua o latte 30 minuti prima del pranzo ed una 30 minuti prima della cena. Il prodotto e’ facilmente solubile, basta un cucchiaino. Questo dosaggio è consigliato per un regime di perdita di peso; per il mantenimento o leggera perdita di peso, è sufficiente una bustina una volta al dì, a scelta se prima di pranzo o prima di cena. 


Non dovrete rinunciare a nessun alimento. Slimfitlady™ Vi donerà un senso di sazietà per tutto il dì, quindi potete alimentarvi mangiando ogni cibo che vi piace; la funzione di Slimfitlady™ oltre a quella di stimolare il metabolismo cellulare e quindi bruciare piu’ calorie e’ proprio quella di rimuovere il senso di Fame, chiamata anche Fame Nervosa che spesso ci fa sovralimentare ed acquistare peso. 


E’ possibile ordinare Slimfitlady™ direttamente dal distributore esclusivo, su questo sito web. Sono proposte varie opzioni di Ordine per ordini per la prima volta o ordini di rifornimento, tutti gli ordini sono con consegna a domicilio gratuita in tutta italia. 

giovedì 30 gennaio 2014

Certificazione ''British Standards Institution'' per Poste Italiane

Posteshop

L'azienda ''Poste Italiane'' è una delle prime a livello mondiale, nonchè la prima nel nostro Paese, ad essersi aggiudicata le certificazioni più quotate nel settore della sicurezza informatica. Infatti, British Standards Institution (BSI, rinomato ente di certificazione britannico, ha rilasciato all'azienda le certificazioni ISO/IEC 27001 e CSA STAR dei servizi "core" erogati dal suo Computer Emergency Response Team (CERT) - centro di gestione e coordinamento delle attività di analisi, prevenzione e risposta a minacce informatiche.
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"Poste Italiane ha dato alla sicurezza la priorità nella sua ricerca e sviluppo del know how in tema di comunicazione digitale", dichiara l'Amministratore Delegato Massimo Sarmi. "Le certificazioni ottenute sono perciò un prestigioso riconoscimento al lavoro compiuto in questi anni dall'azienda. La sicurezza delle comunicazioni è componente fondamentale del business dei servizi Cloud e di quelli digitali in generale perché garantisce la assoluta riservatezza delle informazioni". 


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La certificazione CSA STAR è voluta dall'associazione Cloud Security Alliance (CSA) e viene rilasciata a seguito di una severa verifica sulla messa a punto di specifici controlli di sicurezza da parte dell'ente di certificazione BSI. "La certificazione CSA STAR è l'unica che ad oggi garantisce e consente di dimostrare in maniera oggettiva un elevato livello di sicurezza dei servizi forniti in modalità Cloud", fa presente la nota ufficiale. "Questa certificazione è un importante passo avanti nell'erogazione dei servizi secondo il paradigma del Cloud, incoraggiando i Service Provider a considerare le funzionalità di sicurezza e trasparenza un elemento di differenziazione nel mercato".
Posteshop
fonte: http://www.tomshw.it/cont/news/poste-italiane-fra-i-leader-nella-sicurezza-cloud/52929/1.html

mercoledì 29 gennaio 2014

Perchè si recupera peso dopo una dieta?


Come mai a seguito di una dieta dimagrante si recupera così maledettamente in modo facile il peso perso? Due recenti revisioni degli studi hanno cercato di fare il punto sulle attuali conoscenze (peraltro incomplete) sull'argomento. Ciò che emerge in modo chiaro è che in risposta alla riduzione delle riserve energetiche nel corpo umano si attivano procedure che portano a ridurre le calorie che “spendiamo” e ad incrementare quelle che invece introduciamo.
Riguardo alle prime, come riferiscono studiosi canadesi sul Canadian Journal of Diabetes, è stato per esempio stimato che per ogni kg di peso perso, la spesa energetica a riposo si riduca mediamente di 15,4 kilocalorie. Riguardo all’aumento degli introiti calorici, i meccanismi coinvolti sono molti e complessi. Fra questi, giocano un importante ruolo diversi ormoni , quali la leptina e la grelina: con il dimagrimento si riduce la sintesi della prima (ormone della sazietà) e aumenta quello della seconda, ormone dell’appetito. 

 pourfemme.it

«Cresce l’aspettativa di spiegazioni e rimedi per una efficace perdita e stabilizzazione del peso - sostiene il dottor Lucio Lucchin, presidente dell’Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica -. Un dato è assodato: sottoporsi a diete ripetute è un efficace lasciapassare per l’obesità di grado elevato. Sono vari i fattori che contribuiscono al tanto temuto “fallimento”. 
In primis, si pensa di assumere meno calorie di ciò che avviene in realtà: un errore facile da commettere se non si presta attenzione alle porzioni e alle scelte. E ancora: si pensa di fare più movimento di quanto si faccia; si mangia ad orari sbagliati, superando le 5 ore di digiuno tra un pasto e l’altro; si dorme poco, meno di sette ore quotidiane. Se associamo questi dati a quelli delle ricerche citate, ci si rende conto che lo scenario è complesso». - ''La persona con problemi di peso non caschi in facili tentazioni e si rivolga a professionisti seri in grado di considerare più fattori della struttura biologica e psicologica del paziente'', chiosa il professor Lucchin.

fonte: http://www.corriere.it/salute/nutrizione/14_gennaio_20/come-evitare-recuperare-peso-la-dieta-da871e8e-81bc-11e3-8a88-1094d7bd0d52.shtml

mercoledì 22 gennaio 2014

Zucchero per ricaricare le batterie (by datamanager.it)


Un team di studiosi americani ha realizzato una batteria che sfrutta gli elettroliti dello zucchero per immagazzinare più energia delle attuali pile. I ricercatori stanno cercando nuove metodologie per l'immagazzinamento dell'energia che uniscano durata, capienza e rispetto per l'ambiente. Tra le soluzioni più fantasiose ci sono batterie che sfruttano gli elettroliti contenuti nel legno o nell'acqua e pile che sfruttano le vibrazioni sonore per essere più longeve. Adesso, l'equipe della University of Virginia coordinata da Percival Zhang ha messo a punto una nuova batteria allo zucchero che ha una densità energetica molto superiore alle soluzioni già sviluppate da altri. I più ottimisti sperano di vedere sul mercato questa tecnologia nell'arco di un triennio.


Il futuro è nelle batterie allo zucchero? Le pile allo zucchero hanno enormi vantaggi rispetto alle normali batterie. La tecnologia prodotta da Zhang, che utilizza un processo in cui si scambiano molti più elettroliti di altre soluzioni, è economica, trattiene una maggiore quantità di energia e soprattutto è ricaricabile e bio-degradabile. Altro vantaggio di queste batterie allo zucchero è che non sono infiammabili e quindi sono molto più sicure delle celle a metano o a combustibile.


"Lo zucchero è un composto naturale perfetto per l’accumulo di energia – sostiene Zhang – quindi è logico che cerchiamo di sfruttare questo potere naturale in un modo ecologico per produrre una batteria". Per ciò che concerne lo stoccaggio di energia proveniente da fonti rinnovabili, gli scienziati si sono concentrati su batterie di flusso che sfruttano componenti economici e ''green''.

fonte: http://www.datamanager.it/news/ora-la-batteria-si-ricarica-con-lo-zucchero-53014.html (by m. testa)

domenica 19 gennaio 2014

Candice Swanepoel per la copertina brasiliana di ''Vogue'' e l'abito ''pericoloso'' di Miranda Kerr


A venticinque anni Candice Swanepoel si gode il successo e si prepara a vivere un 2014 "pieno di passione, amore e avventura" come scrive sul suo profilo Twitter. E la super-top model sudafricana, ''angelo'' di Victoria's Secret, inizia subito postando sul suo profilo Instagram le immagini dal set nella foresta per un servizio di Vogue Brasile, scattato dal fotografo Jerome Duran. Tra una posa e l'altra Candice si è regalata momenti di relax nella natura, tuffi sotto le cascate e persino una scappata in spiaggia a Bahia. Momenti di felicità che ha voluto condividere con i suoi fans.


Dopo aver lasciato tutti senza fiato alla sfilata di Victoria's Secret, la biondissima Candice Swanepoel ha infilato le sue curve da Angelo in un micro bikini per le pagine di Vogue Brasile, che le ha dedicato la copertina di gennaio. Sul suo account Instagram la top(a)model sudafricana ha postato parecchi scatti da urlo del backstage e del servizio fotografico, che l'ha vista posare nei panni di romantica vestale, femme fatale senza veli e bollente bellezza in costume da bagno.


Il fisico, statuario e longilineo di Candice, lo conosciamo bene; oltre ad essere uno degli angeli più famosi di Victocia Secret, ed aver avuto l’onore quest’anno di indossare il Fantasy Bra da migliaia di dollari di diamanti della casa di lingerie, la 25enne di origini sudafricane è anche la testimonial del brand di beachwear Agua Bendita, insieme a Kendall Jenner.

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Recentemente l’abbiamo vista in lingerie trasparente per Terry Richardson, ma anche in occasione del Golden Gobe After party Miranda Kerr non ha voluto di certo deludere le aspettative degli spettatori. La top model ha scelto un sinuoso abito di Pucci formato da due pannelli in jersey aderente tenuti insieme solo da spille in oro che non prevedeva la presenza di biancheria intima. Lasciando gran parte delle curve della star in bella vista, il vestito (qui sotto in foto) si prestava perfettamente ad un incidente osè, evitato per un soffio dalla modella trentenne, che è riuscita con pose strategiche ad evitare di mostrare le sue parti più intime.


fonti: http://d.repubblica.it/moda/2014/01/17/foto/candice_swanepoel_shooting_brasile_spiaggia-1968749/1/#9 e http://www.play4movie.com/it/Fashion/Miranda-Kerr-L-abito-e-tutto-un-taglio-e-l-incidente-sexy-e-dietro-l-angolo-1313

giovedì 9 gennaio 2014

Ricerche ''social'' attraverso le foto: arriva 'Jelly'


L'ex socio di Twitter, ovvero mister Biz Stone, ha presentato la sua nuova startup. Si tratta di '' Jelly''. Ha lo scopo di diventare il motore di ricerca più umano esistente.  Dopo i 140 caratteri di Twitter, arriva una piattaforma che usa un mezzo ancora più veloce come le foto, ed è un motore di ricerca 'social', con le risposte fornite dagli utenti. Praticamente Jelly effettua l'analoga funzione di un "motore di ricerca convenzionale, nel senso che consente di trovare risposte alle domande che vi si pongono", ma le analogie si fermano qui: intende assolvere allo scopo sfruttando le connessioni dell'utente e le immagini. In sintesi nella migliore delle ipotesi può essere considerato uno strumento per la raccolta in crowdsourcing delle risposte, nella peggiore come una sorta di versione via app, aggiornata e perfezionata, di Yahoo Answers.


Ma, attenzione, Jelly non permette di porre domande testuali, ma solo accompagnate da immagini. Lo scopo principale è quello di ottenere una risposta alla classica domanda “cos’è questo?”, ma è anche possibile utilizzare foto prese da Google Image Search o da altre fonti, per poi aggiungere un testo. Se sull’utilità di Jelly non si possono avanzare critiche visto che l’idea è sicuramente originale, tutto un altro discorso va fatto per quanto riguarda gli aspetti tecnici dell’applicazione che non è esente da bug. Sul Samsung Galaxy Nexus utilizzato per effettuare il test sono stati riscontrati diversi problemi che hanno influito sicuramente sulla qualità di utilizzo: crash improvvisi, riavvi dell’applicazione con conseguente rallentamento generale del telefono.


L’app, come anticipato, rinverdisce l’abitudine di chiedere suggerimenti a persone di fiducia, e sembra allontanarsi dal modello, più enciclopedico e distaccato, di Google o di Bing. Si è cercato di fondere l’esperienza di “Answers” che ha avuto ottimi riscontri sul portale Yahoo, con lo straripante patrimonio di contatti in Rete di cui ormai tutti disponiamo. L'app dà anche l'opportunità di condividere fotografie, così da risolvere dubbi legati magari al nome di una pianta o da offrire il contesto di una determinata domanda. Sulle immagini gli utenti possono intervenire: rimpicciolendole, ingrandendole o disegnandoci sopra mediante le funzionalità interne dell'app. Biz Stone, uno dei cofondatori di Twitter, ha abbandonato la piattaforma 'cinguettante' a giugno 2011 per "dedicarsi ad altri progetti".

fonte: http://punto-informatico.it/3969905/PI/News/jelly-social-network-che-fa-motore-ricerca.aspx

lunedì 6 gennaio 2014

Google sfida Facebook sul campo dei fumetti BitStrips

Bitstrips, ovvero l’app per iOs e Android e per Facebook, permette di creare vignette divertenti, contraddistinte da un certo taglio surreale e di condividerle immediatamente sulla piattaforma di Menlo Park. In soli 2 mesi ha reclutato trenta milioni di avatar entrando nelle classifiche delle app più scaricate al mondo. L’aspetto divertente consiste nel fatto che il protagonista di quegli sketch è lo stesso utente, grazie al personaggio che ha personalizzato in quasi ogni aspetto possibile, dalle sopracciglia all’incarnato fino all’abbigliamento. Il dettaglio ''social'' è che nella scenetta possono essere inseriti altri personaggi amici, in un esperimento di social comic. Così di successo da aver incassato appena qualche settimana fa un corposo investimento da tre milioni di dollari siglato da un'azienda di venture capital californiana, la Horizons Ventures.


Adesso Google raccoglie la sfida avendo intuito l’importanza dei fumetti da un po’ di anni dato che al 2010 risale il brevetto accordatole, con incredibile tempismo sul fenomeno-Bitstrips, solo lo scorso 31 dicembre. Quello, guarda un po’, destinato a proteggere la proprietà di un “sistema per la creazione elettronica di comunicazioni tramite strisce a fumetti”. Googlestrip, il nuovo sistema di Google ha una differenza rispetto ai tanti servizi in grado di creare  strisce a fumetti tipo Pixton, ComicMaster o Strip Generator: sarà integrato nelle piattaforme di social network. Insomma, darà di fatto vita a un nuovo genere di contenuto oltre al semplice testo, alle foto e ai video di cui le bacheche di Facebook & co si nutrono...(CONTINUA)


L’idea, è quella di trasformare facilmente le conversazioni in scambi fra personaggi dei fumetti. Quindi non incorporando delle foto, come succede con Bitstrips,  ma utilizzando un editor integrato che aiuti gli utenti formattando i loro pensieri e le loro discussioni verso una formula alla Calvin & Hobbes. I fumetti che potrebbero essere realizzati col nuovo brevetto assegnato a Google non dovrebbero essere utili solo a farsi quattro risate fra amici, o meglio fra contatti. Come succede ora con la proliferazione incontrollata di scenette dal tono più diverso. Le strisce potrebbero essere usate per altri scopi, magari pubblicitari o elettorali, per schematizzare o spiegare meglio dibattiti politici, raccontare un tema complesso o per sviluppare programmi educativi. Non è casuale che gli stessi canadesi di Bitstrips abbiano già lanciato uno spin-off dedicato alle scuole, Bitstrips for Schools

fonte: http://businessandtech.com/googlestrip-strisce-personalizzate-a-fumetti-in-stile-bitstrips/39770 (by Il Conte)

domenica 5 gennaio 2014

Death Note, dal Sol Levante una storia appassionante e inquietante

Reduce da un periodo fatto di pochi telefilm che mi piacciono, mi sono fatto prendere dalla voglia di conoscere altro, e così un mio amico mi ha consigliato la visione di un cosiddetto Anime, ovvero la trasposizione in animazione di un ''manga'' (fumetto). Il titolo non mi era nuovo, e mi incuriosiva il fenomeno devastante che procura questo celebre quaderno, quindi  ho voluto conoscere storia e dettagli di ''Death Note'' attraverso la visione di 37 episodi di 20 minuti circa. Passo adesso a spiegarvi di cosa si tratta.


Death Note è il titolo di un fortunato ''manga'' creato in Giappone da Tsugumi Ōba e realizzato da Takeshi Obata. L’anime di Death Note, costituito da 37 episodi, ha avuto inizio in Giappone il 3 ottobre 2006.  La storia ruota attorno alle vicende di Light Yagami, uno studente 'modello' delle scuole superiori che trova per terra un quaderno di colore nero dai poteri soprannaturali, definito Death Note, Esso è stato gettato sulla Terra dallo shinigami (creatura della morte) Ryuk. Questo quaderno dà a chi ne usufruisce il potere di uccidere chiunque solo scrivendo il suo nome su una pagina, mentre ci si raffigura il volto. 


La parte funzionale del Death Note è la carta che compone le pagine: anche pezzetti o ritagli delle singole pagine, pur separate dal quaderno, se utilizzate hanno lo stesso effetto devastante. Light vuole sin da subito usare il Death Note per eliminare tutti i criminali e creare un mondo dove non ci sia il male, ma i suoi piani saranno frustrati dall'intervento del cosiddetto ''L'' (Elle), ovvero un bizzarro ma geniale giovane investigatore privato.


Dunque, il potere del quaderno, di aspetto e dimensioni comuni ad un qualsiasi quaderno a righe, consiste nell’essere capace di ammazzare qualsivoglia individuo a patto che si verifichino certe condizioni, la principale delle quali è conoscere il nome ed il volto della vittima. Una volta che il nome è stato scritto, la persona muore entro 40 secondi di arresto cardiaco, a meno che non venga specificata una causa di morte diversa. Di solito questo quaderno è in possesso degli shinigami, tuttavia anche gli esseri umani possono adoperarlo per scopi “nobili” o per vantaggi personali, anche se, come sostenuto dallo shinigami ''dalla risata facile'' Ryuk, un umano che fa uso di un Death Note è destinato a grandi sofferenze.

 Ryuk ''mangia-mele''

Gli occhi degli shinigami possono visualizzare sopra alla testa degli umani il nome della persona e il tempo che le resta da vivere. Tale capacità può essere donata anche agli uomini, al prezzo di metà degli anni che rimangono da vivere. Nel momento in cui un possessore umano di un Death Note rinuncia al quaderno, l'individuo smarrisce tutti i ricordi correlati all'utilizzo dell'oggetto. I ricordi possono successivamente essere recuperati toccando di nuovo il Death Note. Light (che si fa chiamare ''KIRA'') viene a conoscenza delle indagini sul proprio conto tramite il padre, 'pezzo grosso' della polizia nipponica, e così tenta di crearsi un alibi entrando a far parte della squadra investigativa per la cattura di Kira al fianco di Elle. Così comincia un duello continuo tra i due ragazzi, fatto di intelletto e psicologia. Anni più tardi, Near e Mello, seguaci di Elle, si mettono ad indagare sul caso Kira creando la SPK, un'organizzazione nata con l'intento di catturare Kira.

fonti: http://www.deathnoteitaly.com/ e WikiPedia.

sabato 4 gennaio 2014

Tutte le ''maledizioni'' della Cometa di Halley (da Corriere.it)

La famosa cometa di Halley, la prima a essere stata individuata come un astro a ritorni periodici dall’astronomo che durante il '700 le diede il nome, non ha mai goduto di buona fama. Infatti, alle sue apparizioni, ogni 76 anni, astrologi e millenaristi hanno collegato sventure d’ogni tipologia, soprattutto per regnanti e governanti: dalla sconfitta di re Harold d’Inghilterra nel 1066, alla fatale malattia di Edoardo VII nel 1910. Adesso è la studiosa statunitense Dallas Abbott a scagliare sulla povera cometa un’accusa infamante: avere provocato quella che è passata alla storia come «la peste di Giustiniano», una pandemia che devastò l’Impero romano d’Oriente fra il 541 e il 542 dopo Cristo, decimando la popolazione di Bisanzio e di altre grandi città mediterranee e favorendo l’avanzata degli invasori gotici che, a quanto pare, erano geneticamente immuni dal morbo. Dallas Abbott è una geologa marina alla ricerca dei segni lasciati dagli impatti asteroidali e per i suoi studi sulle correlazioni fra eventi cosmici e cambiamenti climatici. Si è formata al Massachusetts Institute of Technology e poi è passata all’Earth Observatory di Lamont-Doherty nella Columbia University degli Stati Uniti. 


Già quattro anni fa la scoperta di Abbot diede la stura ad alcune pubblicazioni scientifiche e storiche che tentavano di stabilire un nesso fra l’eventuale caduta di un’asteroide e la peste che dilagò ai tempi dell’imperatore Giustiniano, ipotizzando che l’impatto avrebbe sollevato una fitta nebbia di detriti rimasti per mesi in sospensione nell’atmosfera, tanto da provocare l’attenuazione della luce solare e l’inevitabile catena: abbassamento delle temperature medie globali (si ipotizza di 3 gradi centigradi), carestie, calo delle difese immunitarie, epidemie e peste. In effetti, alcuni antichi cronisti dell’impero riferiscono, nelle loro storie, del sole che risplendeva pallido come la luna, di un freddo insolito, di invasioni di ratti, insetti e parassiti d’ogni tipo, e di mortalità per la peste che nella sola Bisanzio, tra il 541 e il 542, toccò il picco di 10 mila decessi al giorno, costringendo gli amministratori a far scavare gigantesche fosse comuni e a stipare i cadaveri in torri inutilizzate.


Ora la Abbott, nel corso di una riunione dell’American Geophysical Society che si è svolta a metà dicembre, ha spiegato che esistono fondati indizi per attribuire questi eventi catastrofici alla cometa di Halley. Un’accurata determinazione della stagione in cui si formarono le sferule cosmiche trovate in Groenlandia porterebbe infatti al mese di maggio, quando ogni anno si verifica la pioggia di meteore dette «eta aquaridi», correlabili ai detriti sparsi lungo la sua orbita dalla cometa di Halley. I detriti cometari sono, per lo più, granelli di polvere e piccoli sassi, ma la Abbott avanza l’ipotesi che il nucleo della Halley, in uno dei suoi passaggi al perielio, si sia frammentato, lasciandosi dietro un pezzo grande qualche centinaio di metri. Attratto dalla Terra, il frammento di cometa sarebbe precipitato, scavando un grande cratere nel fondo di un oceano e scaraventando in aria polveri rimaste in sospensione per alcuni anni; fra queste le sferule assieme a gusci di microorganismi marini che poi si sono depositati nei ghiacci della Groenlandia...(CONTINUA)

fonte: http://www.corriere.it/scienze/14_gennaio_02/maledetta-cometa-halley-ora-causo-anche-peste-bisanzio-54f6e4a8-73dd-11e3-8c6d-871530ae059d.shtml

venerdì 3 gennaio 2014

Nuova Zelanda: formaggio di cerva rinforza il nostro sistema immunitario


Ricercatori della Nuova Zelanda, un allevatore di cervi e un formaggiaio del posto hanno unito le forze per realizzare il primo formaggio al mondo dal latte di cerva. Si tratta di un latte ricco di sostanze nutrienti e di proteine, che potrà avere tante applicazioni nel campo della medicina e in cosmetica. Gli studi svolti dal Dipartimento di scienze alimentari dell'Università di Otago hanno identificato nel latte e nel formaggio composti bioattivi unici, in grado di rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani. Se i benefici unici emersi in laboratorio saranno confermati, il latte e il formaggio di cerva può offrire migliori proprietà di ogni altro formaggio commerciale e assicurare forti vantaggi commerciali ai produttori.


L'idea di produrre formaggio dal latte di cerva - dichiara il prof. Alaa El-Din A Bekhit che ha guidato la ricerca - è venuta dalla notizia che si vende a prezzi altissimi il formaggio di latte di asina, che ha alcune proprietà bioattive, , mentre il latte di cerva ha proprietà ancora più benefiche. Bekhit, specialista nell'identificare e sviluppare valore da prodotti agricoli secondari, ha guidato la ricerca con colleghi delle facoltà di biochimica e di immunologia. I cervi furono introdotti in Nuova Zelanda verso la fine del diciannovesimo sec. per lo sport, ma si sono diffusi fuori controllo in assenza di predatori e grazie all'abbondanza di nutrimento. Adesso sono allevati per la carne, a basso contenuto di grasso e ricca in proteine, e per il 'velluto' delle nuove corna che i maschi ricrescono ogni anno, che viene esportato in Asia dove è usato in medicina per i suoi composti bio-attivi.

giovedì 2 gennaio 2014

Ricerca genetica: si sperimentano virus-corrieri per combattere il cancro

Direttamente dalla ricerca genetica arriva una nuova arma per combattere il cancro: cellule che i tumori normalmente 'corrompono', riuscendo a trasformarle in 'aiutanti', sono state mutate in efficaci corrieri di 'bombe' antitumorali. La ricerca apparsa su ''Science Translational Medicine'' è stata messa a punto da un team di ricercatori capeggiato dall'Istituto Telethon per la Terapia Genica (Tiget) del San Raffaele di Milano, in collaborazione con l'Università del Queensland (Australia).


"Abbiamo adattato - ha dichiarato Luigi Naldini, uno dei responsabili del lavoro e direttore del Tiget - la tecnica di trasferimento genico e ingegnerizzazione delle cellule del sangue al trattamento dei tumori". Lo studio ha infatti sfruttato la stessa tipologia di 'corrieri', dei virus resi inoffensivi, già adoperata per inserire geni 'corretti' in cellule staminali di bambini affetti da gravi malattie genetiche. In questo modo è stato inserito un gene anti-tumorale, l'interferone alpha: una 'bomba' capace di uccidere le cellule tumorali ma talmente tossica da non poter essere somministrata nelle modalità 'tradizionali'. 


Così facendo, l'interferone si accumula solo nel tumore dove può esercitare la sua funzione evitando così gli effetti tossici. "Una volta nel tumore - ha spiegato Roberta Mazzieri, una delle responsabili dello studio - l'interferone agisce ri-programmando il micro-ambiente tumorale da una condizione favorente la crescita ad una condizione ostile". 

fonte: http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2014/01/02/-Bombe-antitumorali-nuova-arma-ricerca-genetica_9845015.html

mercoledì 1 gennaio 2014

Un errore di Google? Entrare tardi nel mondo 'social'


Il direttore esecutivo del colosso di Mountain View ha dichiarato che uno dei suoi più grandi errori da quando lavora per Google è stato quello di entrare troppo tardi nella corsa al mondo dei social network. Eric Schmidt si è preso un momento per riflettere sugli errori compiuti. E' quasi inutile ricordare che ci sono state anche tantissime cose fatte bene e con lungimiranza, grazie alle quali Google è il colosso che conosciamo oggi e che è in grado di fornire servizi del calibro di Android, Maps, Gmail, Google+, Google Play, eccetera. "In Google, il più grande errore che abbia fatto è stato non anticipare la crescita del fenomeno dei social network. Questo è un errore che non commetteremo più. In nostra difesa, stavamo lavorando su molte altre cose, ma avremmo dovuto essere più presenti in quell'area e mi prendo la responsabilità di ciò che è successo".

''Nel mondo online devi sapere con chi hai a che fare”, ha affermato Schmidt. “Ovviamente sono consapevole che avrei dovuto fare qualcosa e non l’ho fatto”, aggiunge.I futuri prodotti di Google includeranno funzionalita’ sociali, a partire dal lancio di “+1″ che permette agli utenti di personalizzare le proprie ricerche online.Nel mercato di internet oggi sono quattro le societa’ leader che vogliono diventare le piattaforme di tutte le altre: Google e Facebook, Apple e Amazon. Google Plus sta avendo un soddisfacente risultato in termini di utilizzo, anche se trae giovamento dalla continua interazione con gli utenti di servizi integrati come Google Maps, You Tube, con le applicazioni Android. In questo campo il nemico numero 1 è Facebook, che ha il merito di basarsi sulle proprie forze.

fonte: http://www.pianetacellulare.it/post/Google/29999_Eric-Schmidt-Ammette-lErrore-piu-Grande-in-Google.php