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lunedì 15 ottobre 2012

Il super-grano australiano che tollera la salinità e previene i cambiamenti climatici

In Australia è stata messa a punto per la prima volta una varietà di un genere di grano duro in grado di tollerare la salinità del terreno e di produrre il 25 per cento in più rispetto alle varietà convenzionali. E la scoperta non è di poco conto, considerando che, a causa dei cambiamenti climatici, il problema della salinità del suolo interessa già oltre il 20 per cento dei terreni agricoli mondiali, mettendo a rischio la produzione alimentare della Terra. 


Si tratta di un risultato importante, visto che l’Australia occupa il secondo posto tra i paesi esportatori di grano dopo gli Stati Uniti e visto che, a causa dei cambiamenti climatici, il problema della salinità interessa già oltre il 20% dei terreni agricoli mondiali, mettendo a rischio la produzione alimentare. Il "super grano" australiano ottenuto dal Waite Research Institute dell'Università di Adelaide non è un organismo geneticamente modificato ma il frutto di incroci tradizionali. I ricercatori hanno infatti analizzato le caratteristiche genetiche di un'antica parentale selvatica del grano duro scoprendo il funzionamento di un gene capace di dare alla pianta una migliore tolleranza a livelli elevati di sodio nel suolo.



Le coltivazioni sperimentali di grano duro su terreni salini hanno dimostrato che la presenza del gene TmHKT1; 5-A non solo riduce in modo significativo la presenza di sodio nella foglia ma aumenta anche la resa del 25% rispetto al frumento privo del particolare tratto genetico. Poiché la nuova varietà di grano duro non è transgenica, hanno dichiarato gli autori dello studio, non vi saranno restrizioni sulla sua coltivazione in Australia e nelle altre nazioni. La ricerca, comparsa sul ''Nature Biotechnology'', apre nuovi orizzonyi nel miglioramento genetico delle piante e dimostra che è possibile sfruttare requisiti genetici già presenti in alcune varietà vegetali per ottenere piante più resistenti ai cambiamenti climatici. Come già accade, ad esempio, in Siria, dove i ricercatori dell'International Center for Agricultural Research in the Dry Areas di Aleppo ottengono piante più produttive incrociando varietà moderne con varietà tradizionali, unendo ricerca scientifica e sapere contadino.


Il risultato è stato ottenuto dai ricercatori del Waite Research Institute dell’Università di Adelaide, i quali hanno analizzato la genetica di un’antica parentale selvatica del grano duro, il Triticum monococcum, per comprendere il funzionamento di un gene in grado di dare alla pianta una migliore tolleranza a livelli elevati di sodio nel suolo. Il gene (noto come TmHKT1; 5-A) esprime infatti una proteina che rimuove il sodio dalle cellule dello xilema, i vasi mediante cui l’acqua e i minerali vengono trasportati dalle radici alle foglie, e gli studiosi, utilizzando le tecniche di incrocio tradizionale, sono riusciti a trasferire questa caratteristica in una varietà commerciale di grano duro, il Tamaroi.

fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2012/10/12/foto/super_grano-44381977/1/

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